"Solo freddo, fame e mancanza di tutto"
Un Mauro Corona crudo e duro ci presenta l'Apocalisse, la fine del mondo conosciuto. Se fosse un asteroide a centrare la Terra, amen e finita lì, non ci sarebbe nulla da raccontare. Invece la fine è quella del nostro mondo, quello moderno, occidentale e capitalista: finiscono i combustibili consumabili e senza energia a regnare è la "morte nera e bianca", portata dal gelo che congloba ogni cosa, decima gli abitanti della Terra e costringe i superstiti ad affrontare rigori sconosciuti.
I valori - quelli creduti tali, almeno, in questa nostra società, il cosiddetto welfare, il benessere, l'agio, la comodità - si disintegrano, persino il diritto naturale viene a essere incrinato e ad emergere è il nostro lato ferino, l'istinto animale che prevale, la legge del più forte. L’uomo si trasforma in fiera e nell’emergenza giunge addirittura al cannibalismo. E dunque, finite le scorte, fatti i conti con il freddo, con la nostra incapacità di fare a meno di ciò che riteniamo indispensabile ma che in realtà si rivela superfluo - i cellulari, i computer, la televisione, persino la letteratura e la poesia - si torna al nocciolo della vita, a quello che i nostri avi dell'epoca anteriore all'età industriale consideravano vita normale. Torna il lavoro manuale, anzi, è l'unica vera forma di sapere: accendere un fuoco, abbattere un albero, cacciare una preda diventa più importante che calcolare la partita doppia, pilotare un aereo o lanciare uno Shuttle tra le stelle. Contadini, malgari e montanari diventano i nuovi maitre- à-penser. Politici, potenti e vip sono costretti a piegarsi sui coltivi. Nel mondo storto, almeno “Perché, nei luoghi chiamati primitivi, gli abitanti non si sono neppure accorti che è in corso la fine del mondo: quelli seguitano a cacciare, pescare, riprodursi e dormire".
Le figure più inutili scompaiono: qua e là tra le pagine, non citati ma riconoscibili appaiono Raspelli, Briatore, Berlusconi. I critici, i ricchi, i politici non sono più VIP ma devono sottostare alla nuova legge dell’uguaglianza. La “morte bianca e nera” ha instaurato una sorta di comunismo, che funziona anche perché la proprietà non ha più valore alcuno. Ma, dopo avere seminato e raccolto, dopo avere prodotto e messo da parte le scorte, il nuovo inverno trova un’umanità che non ha imparato la lezione: dopo che due uomini si sono messi a litigare per la prima volta dalla fine del mondo storto, ricominciano le beghe e le guerre, riappaiono il potere e le dittature.“Finché l’uomo non sparirà dal pianeta, farà di tutto, e ce la metterà tutta per farsi male e per star male. Poi si estinguerà. Ma sarà colpa sua. L’uomo sarà l’unico essere vivente ad autoestinguersi per imbecillità”.
Bella recensione, ho letto un libro con lo stesso tema "La peste scrlatta" di J. London,poneva , come credo anche questo, tanti interrogativi.
RispondiEliminaMi hai convinto, lo leggerò!
interessante, colpisce molto la frase finale!
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