giovedì 17 novembre 2011

Dicembre 2011: Mauro Corona

MAURO CORONA è uno scultore e alpinista. Ma dal 1997 è anche e soprattutto uno scrittore: al successo de Il volo della martora sono seguiti altri volumi che raccontano soprattutto di Erto e Casso e della vita che si svolgeva in quei paesi prima e dopo l'evento che come un colpo di manéra (la scure) precipitò su di essi la notte del 9 ottobre 1963: la spaventosa frana del monte Toc che si riversò nel bacino della diga del Vajont allagando i due villaggi e la vicina Longarone, causando oltre duemila vittime. Scrive Corona: Quella ormai lontana tragedia è stata un colpo di scure alla nostra civiltà. Usi, costumi, tradizioni, cultura, unità, amicizie, lavoro, modo di vivere sono scomparsi. Il Vajont ha spopolato il paese, diviso le persone, creato faide, diaspore, solitudini, silenzio, abbandono. Il vero Vajont è stato dopo” (I fantasmi di pietra, 2006)



Corona sbozza con la penna come fa con mazza e scalpello sul legno: ne escono ritratti di personaggi tra mito e fiaba, ma assolutamente realistici. E ci fa entrare in quelle case abbandonate, ci fa camminare nei boschi, ci fa bere alle sorgenti e dormire nei capanni, ci accompagna nelle osterie, ci fa sedere a un tavolo a parlare con un vecchio intagliatore con davanti i bicchieri e il fiasco di vino. E ci presenta i suoi amici, i suoi ricordi preziosi, perché "Vivere è come scolpire: bisogna togliere, tirare via il di più".



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