domenica 22 luglio 2012

Camilleri - Una lama di luce

Di Andrea Camilleri ho letto tutto. Sono affezionato al personaggio del Commissario Montalbano e sono stato lieto quest'estate di ritrovarlo ancora in "Una lama di luce". 

Camilleri ormai ha questo suo stile - non dico il linguaggio, quello è il suo imprinting - ma il modo di costruire storie, che mi affascina: sembra che non succeda nulla, due storie si affiancano senza intrecciarsi (non sto a scendere nei dettagli per non rovinare il gusto della lettura) eppure sono intimamente legate nell'animo di Montalbano, guidato da un terribile e ironico sogno premonitore (Catarella parla addirittura in latino!) e lo si scoprirà solo alla fine con un grandissimo colpo di scena che rivelerà l'uomo Salvo Montalbano, soprattutto nella scelta che infine deve compiere e per la quale, non fossi stato in treno, l'avrei applaudito...

Il mio consiglio? Leggetelo... Intanto vi lascio un paio di frasi che ho estrapolato per gli amici del gruppo Facebook Sottolineato - Il Libro dei Libri (anche questo gruppo vi consiglio....)

Pag. 9

Cchiù passavano l'anni e cchiù s'addimostrava d'umori sensibili alle variazioni climatiche, all'istesso modo che una maggiori o minori umidità agisci supra ai dolori d'ossa di un vecchio. E arrinisciva sempri meno a controllarisi, ad ammucciari l'eccessi d'alligria o di grivianza.

Pag. 90

L'avvocati difinsori li farebbiro a pezzi. Pirchì sunno latri accanosciuti dalla liggi epperciò bollati come farfanti di natura. Mentri tanti farfanti e sdilinquenti, che però non sono accanosciuti dalla liggi, ponno diri le farfantarie che vonno e tutti ci cridino, pirchì sunno avvocati, òmini politici, economisti, banchieri e via di 'sto passo.




sabato 2 giugno 2012

Estate in giallo

Siamo curiosi. Ci piace leggere, certo. Ma ci piace anche sbirciare i libri che leggono gli altri: in treno, in metropolitana, in spiaggia, alle fermate degli autobus, nelle stazioni, sulle panchine dei parchi.

E allora che cosa ci siamo inventati per giugno, luglio e agosto del 2012? Una cosa forse banale, ma divertente: L'ESTATE IN GIALLO.

Leggetevi quello che volete: Camilleri, Simenon, Conan Doyle e il suo Sherlock Holmes, Agatha Christie
O ancora Maurizio De Giovanni, Sandrone Dazieri, Daniela Comastri Montanari, Margaret Doody. O Jeffery Deaver. O Patricia Cornwell...

Insomma, basta che siano gialli. E poi raccontateci qui o sulla pagina Facebook le vostre impressioni. Cercate di non rivelare chi è l'assassino, eh? :-)




venerdì 20 aprile 2012

Ho letto questo libro.
E' stato un crescendo, fin dalle prime pagine, non riuscivo a fermarmi più.
Non racconterò la storia, racconterò le emozioni che mi ha dato.
All'inizio il protagonista Antonio mi ha suscitato una leggera antipatia mista a tenerezza, un uomo incapace di rapportarsi con le donne fa tenerezza ma il fatto che risolva il problema a pagamento  già non mi sta più bene.
Viene catturato da una ragazzina e da questo punto il romanzo si arricchisce di situazioni sempre più coinvolgenti, sempre più strazianti.
Antonio  immagina situazioni per esorcizzarle per convincersi che non è vero, quanti di noi l'abbiamo fatto e forse lo facciamo ancora, quasi che il pensare cose terribili ci protegga dal fatto che possano realizzarsi.
Questa passione resiste a tutto, alle inquietudini, alle bugie, alle umiliazioni,alle fantasie ossessive, per approdare ad  un finale inimmaginabile.
Ultima osservazione: il disegno in copertina si capisce solo dopo aver finito!

giovedì 5 aprile 2012

I miracoli di Val Morel

Un invito alla lettura di Buzzati: è uscita da poco la ristampa de "I miracoli di Val Morel", una delle ultime opere dello scrittore bellunese - è del 1971 - così definita da Indro Montanelli: "Si proponeva di comporre un album di scherzi, e invece ha scritto con il pennello la sua poesia più bella. Vi ha preposto una spiegazione che vorrebb'essere una burla, e che invece è uno dei suoi più magici racconti.". Detto in breve, si tratta di ex voto immaginari dipinti da Buzzati con storie tipiche del suo repertorio.  Qualche esempio:

IL GATTO MAMMONE



I FORMICONI

mercoledì 4 aprile 2012

Il cavaliere inesistente

Ho letto questo piccolo, ma intenso, libro di Calvino, pensando di leggere un racconto più o meno facile, invece ho trovato tanti spunti di riflessione.
La fisicità che diamo tutti per scontata, ha un impatto notevole sulla nostra vita, e qui si nota di più proprio attraverso la figura di questo "personaggio senza corpo".
In un primo momento sembra un vantaggio , ma man mano che la narrazione va avanti viene fuori la "necessità del corpo".
Non avevo mai considerato la cosa da questo punto di vista.
Un altro aspetto mi ha incuriosito ed interessato, il racconto delle battaglie e della storia , come avvenimenti di normale amministrazione,con un Re molto alla mano, forse troppo e con l'organizzazione più o meno sgangherata dell'accampamento.
Insomma mi ha stupito!

domenica 1 aprile 2012

Aprile-Maggio: Dino Buzzati


Ho visto correre il tempo, ahimè, quanti anni e mesi e giorni, in mezzo a noi uomini, cambiandoci la faccia a poco a poco; e la sua velocità spaventosa, benché non cronometrata, presumo sia molto più alta di qualsiasi media totalizzata da qualsiasi corridore in bicicletta, in auto o in aeroplano-razzo da che mondo è mondo. 

DINO BUZZATI, Dino Buzzati al Giro d’Italia


L'invito alla lettura per questo bimestre primaverile si riferisce a un grande maestro della letteratura fantastica, capace di porre nella pagina, spesso in racconti tanto brevi quanto entusiasmanti, le paure e le angosce dell'uomo. Dino Buzzati, che molti hanno paragonato a Kafka, seppe cogliere sin dal celebre Deserto dei Tartari il senso del tempo e dell'attesa: c'è un bellissimo racconto, I sette messaggeri, in cui un principe viaggia verso una delle sue province, allontanandosi sempre più e inviando un numero sempre più alto di messaggeri; un'analogia del cammino della vita umana. 

Ampia è la scelta di titoli in cui pescare: oltre al già citato Deserto dei Tartari, altri romanzi sovente arricchiti da toni poetici, Barnabo delle montagne, Il segereto del Bosco Vechcio, Un amore, Il grande ritratto. Ci sono poi le storie illustrate: Poema a fumetti, La famosa invasione degli orsi in Sicilia, I miracoli di Val Morel. E ancora i reportages giornalistici, che racchiudono gli articoli scritti nel suo tipico stile in gran parte per il Corriere della Sera: La "nera" di Dino Buzzati, I fuorilegge della montagna, Il panettone non bastò. E naturalmente le bellissime raccolte di racconti: I sette messaggeri, Paura alla Scala, il colombre, La boutique del mistero, Sessanta racconti, In quel preciso momento, Siamo spiacenti di...




Romanzi 

Raccolte 

  • I sette messaggeri, Mondadori, Milano 1942
  • Paura alla Scala, Mondadori, Milano 1949
  • Il crollo della Baliverna, Mondadori, Milano 1954
  • Esperimento di magia: 18 racconti, Rebellato, Padova 1958
  • Sessanta racconti, Mondadori, Milano 1958, premio Strega
  • Egregio signore, Siamo spiacenti di... (con illustrazioni di Siné), Elmo, Milano 1960; con il titolo Siamo spiacenti di, Mondadori, Milano 1975
  • Il colombre e altri cinquanta racconti, Mondadori, Milano 1966
  • La boutique del mistero: trentuno storie di magia quotidiana, Mondadori, Milano 1968
  • Le notti difficili, Mondadori, Milano 1971
  • L'uccisione del drago e altri racconti, scelta e commento a cura di Domenico Manzella, Ed. scolastiche B. Mondadori, Milano 1968
  • Il deserto dei Tartari e dodici racconti, a cura di Ettore Mazzali, Ed. Scolastiche B. Mondadori, Milano 1970
  • Cronache terrestri, a cura di Domenico Porzio, Mondadori, Milano 1972
  • Il delitto all'italiana: diciotto cronache "nere" e undici disegni, prefazione di Franco Di Bella, Mondadori, Milano 1977
  • Romanzi e racconti, a cura di Giuliano Gramigna, Mondadori, Milano 1978
  • 180 racconti, Mondadori, Milano 1982
  • Cronache nere, a cura di Oreste del Buono, Theoria, Roma 1984
  • Il reggimento parte all'alba, Frassinelli, Milano 1985, 19962
  • Mi chiamo Dino Buzzati, 1988
  • Il meglio dei racconti, a cura di Federico Roncoroni, Mondadori, Milano 1989
  • Le montagne di vetro: articoli e racconti dal 1932 al 1971, a cura di Enrico Camanni, Vivalda, Torino 1989
  • Lo strano Natale di Mr. Scrooge e altre storie, a cura di Giulio Nascimbeni, Mondadori, Milano 1990
  • Il buttafuoco: cronache di guerra sul mare, Mondadori, Milano 1992
  • Opere scelte, a cura di Giulio Carnazzi, Mondadori "I Meridiani", Milano 1998
  • La "nera" di Dino Buzzati, a cura di Lorenzo Viganò, 2 voll.: I. Crimini e misteri e II. Incubi, a cura di Lorenzo Viganù, Oscar Mondadori, Milano 2002
  • Le cronache fantastiche di Dino Buzzati, 2 voll.: I. Delitti e II. Fantasmi, a cura di Lorenzo Viganò, Mondadori, Milano 2003
  • Il panettone non bastò. Scritti, racconti e fiabe natalizie, a cura di Lorenzo Viganò, Mondadori, Milano 2004
  • I capolavori, Mondadori, Milano 2005
  • I fuorilegge della montagna. Uomini, cime, imprese, a cura di Lorenzo Viganò, Mondadori, Milano 2010

Teatro 

  • Piccola passeggiata, 1942
  • La rivolta contro i poveri, 1946
  • Un caso clinico, 1953
  • Drammatica fine di un noto musicista, 1955
  • Sola in casa, 1958
  • Una ragazza arrivò..., 1959
  • Le finestre, 1959
  • L'orologio, 1959
  • Un verme al ministero, 1960
  • I suggeritori, 1960
  • Il mantello, 1960
  • L'uomo che andrà in America, 1962
  • L'aumento, 1962
  • La colonna infame, 1962
  • Spogliarello, 1964
  • La telefonista, 1964
  • La famosa invasione degli orsi in Sicilia, a cura di Gianni Colla, 1965
  • La fine del borghese, 1966
  • Teatro, Mondadori, Milano 2006 (raccolta)

Libretti 

  • Ferrovia soprelevata: racconto musicale in sei episodi, Ed. della Rotonda, Bergamo 1955 (musica di Luciano Chailly)
  • Procedura penale, Ricordi, Milano 1959 (musica di Luciano Chailly)
  • Il mantello: opera in un atto, Ricordi, Milano 1960 (musica di Luciano Chailly)
  • Era proibito, Ricordi, Milano 1961 (musica di Luciano Chailly)
  • Battono alla porta, Suvini-Zerboni, Milano 1963 (musica di Riccardo Malipiero), Premio Italia

Altro 

  • Il libro delle pipe, con Eppe Ramazzotti, Antonioli, Milano 1946; Martello, Milano 1966; Giunti, Firenze 1986
  • In quel preciso momento, Neri Pozza, Venezia 1950, 19552 e 19633
  • Il postino di montagna, 1951 (testo per un documentario di Adolfo Baruffi)
  • Le storie dipinte, a cura di Mario Oriani e Adriano Ravegnani, All'insegna dei re magi, Milano 1958
  • Poema a fumetti, Mondadori, Milano 1969
  • I miracoli di Val Morel, prefazione di Indro Montanelli, Garzanti, Milano 1971
  • Congedo a ciglio asciutto di Buzzati, inediti, a cura di Guido Piovene, 1974
  • I misteri d'Italia, Mondadori, Milano 1978
  • Dino Buzzati al Giro d'Italia, a cura di Claudio Marabini, Mondadori, Milano 1981
  • Lettere a [Arturo] Brambilla, a cura di Luciano Simonelli, Mondadori, Milano 1985
  • Bestiario, Mondadori, Milano 1991
  • La mia Belluno, a cura della Comunità Montana Bellunese - Assessorato alla cultura, 1992
  • Buzzati racconta: storie disegnate e dipinte, a cura di Maria Teresa Ferrari, Electa, Milano 2006
  • Far pubblicare un romanzo è più difficile o più facile di una volta, Henry Beyle ed., Milano 2011
  • Luca Steffenoni. Buzzati e la cronaca nera in: "Nera. Come la cronaca cambia i delitti". 2011, casa editrice San Paolo, ISBN 978-8821571985
  • Il reggimento parte all'alba, in I libri della domenica - RACCONTI D'AUTORE de IL Sole 24 ORE

venerdì 30 marzo 2012

Marcovaldo


Ho avuto pochissimo tempo in questi due mesi e poca voglia di leggere. Ma non posso lasciare gli amici di "Ci piace leggere" senza uno straccio di recensione. Avrei voluto affrontare qualcosa di più impegnativo, e infatti mi sono comperato "Eremita a Parigi", le pagine autobiografiche scritte da Italo Calvino nel suo lungo soggiorno parigino.

Invece ho rimesso mano a "Marcovaldo", che ho letto alle medie - sì, è lo stesso volume, conservato da allora, quello tutto bianco con tre righe rosse della collana Einaudi "Letture per la scuola media": c'è anche un bel disegno astratto in bianco e nero di Paul Klee. Tutto qui? - mi direte - fai solo estetica, parli di copertine e di vecchi ricordi, ti lasci andare come fai talora alla nostalgia per un tempo che non tornerà... 

D'accordo, allora. È un Calvino per ragazzi, tanto che i racconti furono pensati proprio per quella fascia d'età, ma ciò non toglie che siano bellissimi, che Marcovaldo anticipi con la sua ingenuità strampalata "Palomar", altro personaggio che ho amato, negli anni Ottanta. In Marcovaldo c'è tutto: anticipa anche Fantozzi con la Sbav, che altro non è che la madre della "Megaditta" di Villaggio. C'è l'ambientalismo, perché la città non nominata è un grigio alveare di cemento e scritte pubblicitarie. Memorabile è il racconto in cui la luna si mescola al lampeggiante GNAC della Spaak-COGNAC. E spettacolare il contrasto tra una società industriale e moderna e i nomi medievali dei personaggi: Marcovaldo, la moglie Domitilla, la figlia Isolina, il caporeparto Viligelmo, Fiordiligi, la signora Diomira, il signor Rizieri, il dottor Godifredo.

Ed è stato uno spasso ripercorrere tanti anni dopo, con occhi ormai maturi le strade di Marcovaldo: le sue preoccupazioni per la crisi economica ma anche il sogno, la libertà di camminare per le strade deserte di agosto proprio sulla linea di mezzeria, salvo poi ripiombare a terra per lo spavento di un'auto passata a grande velocità. È stato uno spasso mettersi al fianco di quell'uomo buffo  - e qualche volta anche dentro di lui, dentro il suo cuore, perché "Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l'attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai: non c'era tafano sul dorso d'un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse"...



domenica 11 marzo 2012

IL VISCONTE DIMEZZATO di ITALO CALVINO

La fiaba dallo stile moderno, ironica e ricca di humor, narra le vicende del visconte Meardo che, partecipando ad una guerra tra cristiani e turchi, viene colpito da una palla di cannone, rimanendo diviso nettamente in due parti. Una parte sarà cattiva e vendicativa, l'altra buona e generosa.
 La fiaba è ricca di spunti di riflessione sulla condizione dell'uomo diviso a metà tra bene e male, istinto e coscienza morale e che deve trovare una riconciliazione dei due sè e ristrutturarsi in una consapevolezza superiore. Tutti i personaggi, a ben vedere, rivelano una certa ambiguità nel loro modo di vivere: oscillazione perenne di ogni essere umano. Tra i vari personaggi spicca Mastro Pietrochiodo abile nel costruire strumenti di tortura per il Visconte cattivo che, alla fine, riscatterà il mondo della scienza con l'impiego delle sue tremende macchine al servizio del Bene.
Riporto dei brani, a mio parere, molto significativi di questa fantastica storia: nel primo brano parla il Meardo cattivo, nel secondo il Meardo buono.
"Così si potesse dimezzare ogni cosa intera, così ognuno potesse uscire dalla sua ottusa e ignorante interezza. Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l'aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso, e te lo auguro,ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perchè la bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani"
Allora il buon Meardo disse:- O Pamela, questo è il bene dell'esser dimezzato: il capire d'ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro.

giovedì 2 febbraio 2012

lettura brano tratto da " Se una Notte d'inverno un Viaggiatore ..."

Italo Calvino: Se un giorno d'estate un narratore

Mauro Corona - Il canto delle manere

"Quando partirono, era una notte come poche ce ne sono lassù in montagna a primavera. Di solito aprile e maggio le stelle sono fusche, un po' spente, causa il fiato dei prati e dei boschi risvegliati che si alza in nebbiolina e va su a vestirle come con un lenzuolo. Tra questo lenzuolo passa appena la luce per venire sulla Terra. Invece quella notte, non si sa perchè, le stelle pareva secchiate di mirtilli luminosi buttati nel cielo e stava così accese che a guardarle forava gli occhi".
"Il canto delle manere" è il secondo libro di Mauro Corona che leggo. Sono affascinata dal suo modo di raccontare la vita di uomini che affrontano pericoli, amori, rancori, vendette e la morte con forza e coraggio, codardia e fragilità umana.
Fa da cornice a queste storie difficili una natura selvaggia, di grande bellezza e fascino che è viva e dinamica, spesso dispensatrice di vita e di morte, premonitrice di avvenimenti che all'uomo appaiono misteriosi finchè non si avverano in tutta la  loro cruda realtà.

Febbraio-Marzo 2012: Italo Calvino

Tutti abbiamo nelle nostre librerie almeno un volume di Italo Calvino:  è un autore che ci ha accompagnato nelle prime letture scolastiche - ricordo di avere avuto Marcovaldo come libro di testo alle medie, altri avranno letto nelle vacanze estive  Il sentiero dei nidi di ragno o Ultimo viene il corvo. Crescendo ci siamo appassionati ad altri volumi dello scrittore, avvinti chi dal suo neorealismo, chi dal suo lato fantastico, chi dal periodo detto "combinatorio".

E adesso "Ci piace leggere", o probabilmente rileggere Calvino, magari tornando dopo tanti anni su un volume che abbiamo nella nostra biblioteca per riscoprire emozioni che avevamo dimenticato o - molto più facilmente - per ritrovarne di nuove.

Forza! Due mesi per leggere e commentare, per segnalare le proprie impressioni e sottolineare le pagine di Italo Calvino.






lunedì 9 gennaio 2012

Le voci del bosco

Con Le voci del bosco, libro del 1998, Mauro Corona crea una sua "mitologia arborea", una sorta di antropomorfizzazione del bosco e dei suoi abitanti principali, ovvero gli alberi. Un'operazione non nuova, che ricorda ad esempio i racconti di Arboreto salvatico di Mario Rigoni Stern, che però riceve nuova linfa dal dire dello scultore di Erto, che sembra sempre parlare al lettore come se lo tirasse da parte in un'osteria al caldo del camino e dei bicchieri di vino.

Chi, come me, ha la fortuna di vivere in zone collinari o meglio ancora montane, conosce bene i boschi, sa che le piante parlano, che raccontano storie con i loro nodi e le loro radici, con le fronde che ospitano nidi, con le foglie. Corona non fa altro che leggere questi segni e associarli a caratteristiche umane - io ho pensato ai Caratteri di Teofrasto: c'è ad esempio il terribile agrifoglio, "superbo per se stesso"; c'è "l'effeminato del bosco", il frassino, albero "diverso, perciò continuamente deriso e insultato"; c'è l'abete bianco, "vigile custode del bosco". Una comunità insomma dove ognuno riveste il suo ruolo.

Ma ci sono anche gli umani, Corona non se ne dimentica: e accavalla con le storie degli alberi quelle degli oggetti di artigianato che i nostri saggi vecchi solevano ottenere dal legno: i bastoni di sci di nocciolo, gli sci con tavole di acero. le gerle costruite con acero, nocciolo e frassino, le scatoline portatabacco di betulla e acero... E poi leggende, memorie di prima e dopo il Vajont. In silenzio, pagina dopo pagina, riusciamo anche noi, guidati dall'esperto Corona, a sentirle, le voci del bosco...



Uno dei disegni di Corona a illustrazione di Le voci del bosco

domenica 8 gennaio 2012

L'OMBRA DEL BASTONE di MAURO CORONA


Mauro Corona scrive il romanzo "L'ombra del bastone" dopo aver letto un quaderno che era stato ritrovato in un buco di una mangiatoia in un casolare situato a San Michele al Tagliamento.

Lo scrittore rimane profondamente colpito dalle poche parole che legge nella prima pagina "20 luglio 1920. Fuori fa molto caldo, ma io sento freddo e sento la neve, neve dappertutto".

La storia che, Corona legge nel quaderno dalla copertina nera e che lui sapientemente racconta, è quella di un uomo di nome Zino nato ad Erto nel 1879.

Con una scrittura semplice, cruda e carezzevole, Zino racconta la sua vita che si svolge nella solitudine, tra le pietre e la neve dei monti che sovrastano il Vajont. Una vita fatta di povertà e di fatica, di sesso e di morte, di stregoneria e di ataviche paure. 

Il gelo degli inverni montani è anche il gelo dei sentimenti che pervade gli animi dei vari personaggi in un susseguirsi di eventi dove la ferocia e la pietà inducono ad una lettura incalzante fino all'ultimo rigo.

domenica 1 gennaio 2012

GOCCE DI RESINA - MAURO CORONA

GOCCE DI RESINA – MAURO CORONA


Piccola raccolta di racconti scritti nello stile semplice e senza fronzoli di Mauro Corona.

I racconti si limitano a descrivere fatti e situazioni accadute durante la vita dello scrittore, una sorta di libro dei ricordi, come quando ci si ritrova con un amico e viene da dire: “ti ricordi quella volta …?”. Alcuni, addirittura, sfiorano la banalità, in quanto proprio strettamente oggettivi.

Ma si intuisce subito che, sotto la scorza quasi lignea di Mauro Corona, c'è una parte dolce. A partire dal bellissimo incipit (uno dei più belli che abbia mai letto e che da solo merita di leggere il libro), ad altri racconti nostalgici in cui l'autore si lascia scappare qualche pezzo di cuore.

Tu cercherai, Radici, Nostalgia, Neve, Ghiaccio, Tolech neve dura, Amori, Amore impossibile: questi sono i racconti che mi sono piaciuti di più.

Gli altri trattano di più aneddoti di vita vissuta, l'infanzia, la gioventù, la vita e lo spirito di certi paesi che sono in fondo come una grande famiglia, dove i ragazzi formano gruppi che condividono le bevute, gli scherzi semplici, le piccole bravate.

E' il primo libro che leggo di Corona. Non avendolo mai considerato, l'ho preso in mano con un po' di pregiudizio (tra l'altro, non sono a favore della caccia …) però, devo dire, che anche solo per quei piccoli sprazzi di sentimento che rivela di sé, il libretto mi è piaciuto. Ho scoperto una cosa che comunque sapevo già: mai giudicare gli altri dall'apparenza. Corona, col suo aspetto selvaggio e quasi da bruto delle foreste ha forse più sentimento di tante altre e comunque dai suoi scritti emerge un'impressione di persona sincera.


I fantasmi di pietra

E' particolare , questo libro è particolare!
Mi è piaciuto, e tanto.
Mauro Corona racconta ,attraverso lo scorrere delle stagioni e l'intersecarsi delle strade, il suo paese perduto Erto, distrutto e abbandonato dopo il disastro del Vajont del 9 Ottobre del '63.
Stada per strada , casa per casa ci racconta le strorie dei suoi compaesani, ripercorrendo e ricordando i tempi della sua gioventù.
Racconta di donne forti ,di uomini orgogliosi, di gente pulita e semplice , che lottava ogni giorno per vivere e alcune volte sopravvivere, in un paese con una economia povera, ma con un' umanità ricchissima.
E' notevole il numero di storie, di persone che emergono da queste pagine, mi sono chiesta come facesse a conoscere tutti ma proprio tutti gli abitanti e le loro vicissitudini, la verità è che forse prima la vita scorreva con ritmi diversi, scelti dalle persone e non dettati dai palinsesti della TV.
Nel racconto si avverte sempre rispetto e nostalgia verso questi abitanti del passato, ma soprattutto il rimpianto per uno stile di vita che non esiste più.