giovedì 2 febbraio 2012

Mauro Corona - Il canto delle manere

"Quando partirono, era una notte come poche ce ne sono lassù in montagna a primavera. Di solito aprile e maggio le stelle sono fusche, un po' spente, causa il fiato dei prati e dei boschi risvegliati che si alza in nebbiolina e va su a vestirle come con un lenzuolo. Tra questo lenzuolo passa appena la luce per venire sulla Terra. Invece quella notte, non si sa perchè, le stelle pareva secchiate di mirtilli luminosi buttati nel cielo e stava così accese che a guardarle forava gli occhi".
"Il canto delle manere" è il secondo libro di Mauro Corona che leggo. Sono affascinata dal suo modo di raccontare la vita di uomini che affrontano pericoli, amori, rancori, vendette e la morte con forza e coraggio, codardia e fragilità umana.
Fa da cornice a queste storie difficili una natura selvaggia, di grande bellezza e fascino che è viva e dinamica, spesso dispensatrice di vita e di morte, premonitrice di avvenimenti che all'uomo appaiono misteriosi finchè non si avverano in tutta la  loro cruda realtà.

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