domenica 11 marzo 2012

IL VISCONTE DIMEZZATO di ITALO CALVINO

La fiaba dallo stile moderno, ironica e ricca di humor, narra le vicende del visconte Meardo che, partecipando ad una guerra tra cristiani e turchi, viene colpito da una palla di cannone, rimanendo diviso nettamente in due parti. Una parte sarà cattiva e vendicativa, l'altra buona e generosa.
 La fiaba è ricca di spunti di riflessione sulla condizione dell'uomo diviso a metà tra bene e male, istinto e coscienza morale e che deve trovare una riconciliazione dei due sè e ristrutturarsi in una consapevolezza superiore. Tutti i personaggi, a ben vedere, rivelano una certa ambiguità nel loro modo di vivere: oscillazione perenne di ogni essere umano. Tra i vari personaggi spicca Mastro Pietrochiodo abile nel costruire strumenti di tortura per il Visconte cattivo che, alla fine, riscatterà il mondo della scienza con l'impiego delle sue tremende macchine al servizio del Bene.
Riporto dei brani, a mio parere, molto significativi di questa fantastica storia: nel primo brano parla il Meardo cattivo, nel secondo il Meardo buono.
"Così si potesse dimezzare ogni cosa intera, così ognuno potesse uscire dalla sua ottusa e ignorante interezza. Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l'aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso, e te lo auguro,ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perchè la bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani"
Allora il buon Meardo disse:- O Pamela, questo è il bene dell'esser dimezzato: il capire d'ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro.

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